Modello di lavoro
Nella pratica clinica ho un saldo riferimento teorico e metodologico: il modello sistemico-relazionale integrato, ispirato agli orientamenti strategici e pragmatici della terapia familiare e arricchito con i contribuiti della Teoria dell’attaccamento. All’interno di questa cornice teorica e operativa, la sofferenza dell’individuo viene connessa alle sue relazioni significative, con particolare attenzione ai legami di attaccamento e ai contesti di crescita.
Il lavoro con il bambino
“Il bambino ha cento lingue, cento mani, cento pensieri, cento modi di pensare, di giocare e di parlare”
Spesso è proprio il bambino a convincere i grandi a chiedere aiuto, manifestando sofferenza, sintomi di chiusura o problematiche comportamentali. Il bambino viene coinvolto in modo attivo nella consultazione e nella terapia familiare, assumendo un ruolo di primo piano come soggetto competente in grado di fornire al terapeuta – attraverso strumenti adatti al suo livello di sviluppo, proposti in forma ludica e piacevole – elementi fondamentali per la comprensione del disagio e del funzionamento familiare.
La teoria dell’attaccamento fornisce strumenti di indagine e di lavoro con il bambino all’interno del percorso di consultazione e di terapia: attraverso la costruzione dello scenario familiare, ad esempio, il bambino può raccontarci la sua percezione della famiglia, a livello strutturale e relazionale; il gioco e il disegno permettono di esplorare i vissuti e di stimolare nuove strategie di regolazione emotiva; con la narrazione di storie si indagano le rappresentazioni dei bambini rispetto ai legami di attaccamento, alle relazioni con gli adulti e con i pari, esaminando al tempo stesso il funzionamento individuale. Le sedute congiunte di gioco, effettuate con genitori e fratelli, consentono al terapeuta l’applicazione della tecnica del videofeedback che consiste nel riguardare insieme alcuni momenti di interazione genitori-figli, con l’obbiettivo di promuovere la genitorialità positiva e dunque la capacità di sintonizzarsi sui segnali del bambino, fornendo risposte sensibili ed efficaci.
Il lavoro con l’adulto
“Comincerò dall’inizio. Anche se l’inizio non è mai dove si pensa…”
In età adulta un percorso di consultazione può essere utile ogni volta che si desideri aumentare il benessere psicologico e ottenere un miglior equilibrio personale. Ciò può accadere quando si incontrano difficoltà relazionali, quando si soffre di disturbi psicosomatici, di ansia o depressione. A volte si sente l’esigenza di un supporto psicologico in momenti critici del ciclo di vita o si avverte il bisogno di un sostegno nell’esercizio del proprio ruolo genitoriale, per migliorare la capacità empatica e comunicativa verso i propri figli; viene in questi casi preso in considerazione non solo il contesto relazionale attuale, ma anche l’impatto delle relazioni passate sulla genitorialità. Quando la sofferenza e il disagio emotivo o relazionale raggiungono un’intensità tale da richiedere un lavoro psicoterapeutico più approfondito, è possibile proseguire stabilendo incontri con una cadenza indicativamente quindicinale.
Le sedute saranno organizzate nella forma del colloquio, con possibile integrazione di diversi strumenti di lavoro: riflessione sulla propria storia attraverso il genogramma, sulle relazioni di attaccamento attraverso l’intervista ispirata all’Adult Attachment Interview, sulla gestione emotiva con il Separation Anxiety Test; rielaborazione di eventi sfavorevoli e traumatici tramite l’E.M.D.R. In alcune situazioni può essere valutata e concordata la convocazione di familiari o persone significative per il paziente. Il percorso terapeutico consente di raggiungere una ricca consapevolezza del proprio funzionamento mentale e relazionale. Dà inoltre modo di trovare ascolto e accoglienza delle proprie emozioni e fatiche, oltre che di sperimentare con il sostegno di uno specialista nuove e più funzionali strategie per fronteggiare gli eventi.
Il lavoro familiare
“Non c’è niente che ti rende più folle del vivere in una famiglia. O più felice. O più esasperato. O più… sicuro”
Nei percorsi di consultazione familiare, attraverso sedute organizzate con diversi formati si esplorano le relazioni interne alla famiglia, con uno sguardo trigenerazionale alla cornice dei legami significativi per lo sviluppo degli individui. E’ in questo modo possibile costruire una mappa emotiva nella quale il sintomo portato in consultazione acquista un preciso significato affettivo e relazionale. L’approccio sistemico-relazionale consente di affrontare non solo la sofferenza o la psicopatologia del singolo, ma anche le difficoltà che una famiglia può incontrare nel corso del suo ciclo di vita, individuando competenze e risorse individuali e relazionali. La preziosa integrazione dell’approccio sistemico-relazionale con la teoria dell’attaccamento consente di chiarire il funzionamento individuale, arricchendo al contempo la comprensione dell’assetto e delle dinamiche familiari. Permette inoltre di avviare la ricerca di strategie orientate al benessere dell’intero nucleo.
Da un punto di vista operativo, mi avvalgo nel corso degli incontri di strumenti di indagine che esplorano la struttura familiare, le dinamiche, i modelli di attaccamento e le strategie di fronteggiamento delle emozioni (genogramma, intervista ispirata all’Adult Attachment Interview, intervista per la coppia ispirata alla Current Relationship Interview, il Separation Anxiety Test). Nel corso della terapia può rivelarsi molto utile ricorrere alla tecnica dell’E.M.D.R. per l’elaborazione di traumi ed esperienze (emotive o relazionali) sfavorevoli.